TARANTO: “SULLE ORME DELLA MAGNIA GRACIA”

TARANTO: “SULLE ORME DELLA MAGNIA GRACIA”

 

P1090659.JPGAlle ore 9,45 noi amici  di ApuliaTrek  ci siamo ritrovati a Taranto, Piazza Castello, dove ci attendeva la guida turistica (una bella signora di nome Elisa) ed una splendida giornata di sole.

Abbiamo subito cominciato la nostra visita presso il sito delle Colonne Doriche, resti di un Tempio greco, risalente al IV secolo a.C. orientato ad est verso il mare e probabilmente dedicato alla dea Artemide o Afrodite. Taranto infatti  fu fondata da coloni spartani e fino alla conquista da parte di Roma, fu  capitale della Magna Grecia.

 

Per Via Duomo, la strada principale del centro storico, dove abbiamo potuto ammirare palazzi padronali del XVII secolo, la nostra esperta guida ci ha condotto a visitare una piccola chiesa sconsacrata che custodisce tutti gli arredi sacri e le miniature dei riti della Settimana Santa.

 

P1090636.JPGSempre per  via Duomo siamo giunti alla Cattedrale dedicata a San Cataldo patrono della città. Gli storici affermano che la Cattedrale sia stata la prima costruita in Puglia dai Normanni che conquistarono l’isola della città vecchia nell’XI sec.

Il gioiello più prezioso del tempio è considerato il ”Cappellone” ovvero una cappella, sul lato destro dell’abside che contiene una copia della statua di S.Cataldo in bronzo dorato. Lo stile della cappella è barocco, risalente al 1500 e dove, in un trionfo di marmi policromi, si può ammirare sul soffitto un affresco del trionfo in cielo del Santo.

 

P10906531.JPGSubito fuori la Cattedrale, per una strada laterale abbiamo raggiunto la chiesa di S.Domenico, famosissima per il sito prospicente il mare, ma soprettutto perchè al suo interno è custodita la statua della Madonna Addolorata che arricchisce la processione della Settimana Santa, rito conosciuto in tutto il mondo, di chiara influenza spagnola.

 

Allegramente ed in fretta, il nostro gruppo è ritornato a Piazza Castello perchè alle 11,30 eravamo attesi dalla Marina Militare (scherzo!).

Attraverso il ponte levatoio siamo entrati nella fortezza.

Ci  ha accolto un militare della M.M. che ci ha guidato lungo tutto il percorso della visita.

Il primo nucleo del Castello risale circa al 900 d.C e fu eretto dai Bizantini come difesa contro i saraceni.

P1090664.JPGNel 1486  Filippo D’Aragona gli conferì l’aspetto attuale che conservò fino al tempo degli Asburgo (1700), quando perse la sua funzione originaria per diventare prima prigione e poi sede della Marina Militare, che peraltro, ne ha curato e ne cura ancora il restauro, senza l’intervento di alcuna Sovrintendenza.

P1090681.JPGIl percorso all’interno del castello si è rivelato interessante, avventuroso, (per chi fantastica) e ricco di scoperte: ma all’esterno, con il mare a portata di mano, il panorama dei due mari, il ponte girevole in una prospettiva totalmente diversa dal solito, ha regalato al gruppo una ventata di euforia ed una gran voglia di estate!!

 

Alle 13,30 ci siamo concessi una meritata e desiderata pausa pranzo in una pizzeria di Corso Umberto: pizze a go-go, caserecci allo scoglio, pollo, dolce, tutto innaffiato da buona birra.

 

P10907191.JPG15,30: nuovo appuntamento con la simpatica e professionale guida Elisa che ci ha introdotti nel Museo Archeologico.

 Abbiamo visitato solo le sale del primo piano poiché il secondo è ancora in allestimento, ma abbiamo percorso un viaggio virtuale attraverso reperti archeologici che partono dal IV sec a.C., di epoca greca, fino a quelli del tardo impero romano.

Pezzo forte del nostro viaggio “gli ori” conosciuti ed ammirati in tutto il mondo.

 

Al termine della giornata occorreva urgentemente disintossicarci da tanta cultura: alcuni di noi emanavano scie di fumo dalle teste, altri farneticavano, altri ancora ripetevano mantra orientali e poesie in lingua araba ecc….

 

P1090756.JPGFinalmente la situazione è ritornata alla normalità con una bella passeggiata sul lungomare dove ognuno ha ripreso fiato.

 

Tutti infine a casa, più amici di prima, più stanchi ma…..felici!

 

 

Rosanna Renna e Carlo Resta

 

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