18 Dic SULLE TRACCE DI CARLO LEVI E DEL SUO LIBRO CRISTO SI E’ FERMATO A EBOLI
Carlo Levi, nato a Torino il 29 novembre 1902, si laurea in medicina, ma si dedica, già giovanissimo, alla sua passione per la pittura, che lo accompagnerà per tutta la vita.
Assieme a Pietro Gobetti è attivo nella militanza antifascista nelle file di Giustizia e Libertà, finché, nel 1935, viene assegnato al confino, per ragioni politiche, in provincia di Matera: dapprima a Grassano e successivamente ad Aliano.
Liberato nel 1936, Carlo Levi espatria in Francia, dove rimane fino al 1941.
Tornato in Italia, viene nuovamente arrestato; partecipa successivamente alla Resistenza e, dopo la Liberazione, si distingue come giornalista e scrittore, dirigendo, tra l’altro, il quotidiano La Nazione del Popolo. Eletto senatore della Repubblica nel 1973, muore a Roma il 4 gennaio 1975, dopo essere tornato, nel 1974, a rivedere, per la prima e ultima volta, i luoghi del suo confino.
Il suo libro Cristo si è fermato a Eboli, scritto a Firenze tra il 1943 e il 1944, viene pubblicato nel 1945, conferendogli un immediato successo, in Italia e all’estero.
Aliano è il paese in cui Carlo Levi ambientò le vicende di Cristo si è fermato a Eboli, che raccontano del suo confino nel piccolo paese della Basilicata, ribattezzato nel libro Gagliano, alla metà degli anni ’30.
Affacciato su un vasto paesaggio di burroni e calanchi, che dall’abitato precipitano nella valle, Aliano, distante circa cento chilometri dal capoluogo di provincia, Matera, a 497 metri di altezza, è un piccolo paese di circa mille abitanti, che si affaccia sulle valli del torrente Sauro e del fiume Agri.
Aliano è, da luglio 2000, la sede del Parco Letterario Carlo Levi, dedicato allo scrittore piemontese che ne illustrò mirabilmente, con gli scritti e la pittura, il panorama umano e ambientale: la povera cultura contadina, con le sue storie, tradizioni e leggende e gli scorci urbani e paesaggistici, come le singolari case con gli occhi, dove le finestre somigliano a due occhi cattivi e gli ingressi a bocche spalancate, e le argille aride e bianche del paesaggio circostante.
La leggenda del drago di Sant’Arcangelo e del conte Eligio della Marra narrata da Carlo Levi nella sua opera Cristo si è fermato a Eboli.
Quattro chilometri a Ovest di Sant’Arcangelo si trova la chiesa di Santa Maria di Orsoleo, edificata nel 1474 da Eligio della Marra, signore di Sant’Arcangelo – del cui feudo facevano anche parte gli abitati di Aliano, Accettura, Stigliano, Gorgoglione, Alianello, Guardia Perticara e Roccanova. La pagina che riguarda la costruzione della nuova chiesa ha una cornice leggendaria circa le motivazioni che indussero Eligio a quest’opera di magnanimità. Secondo la tradizione popolare, infatti, Eligio della Marra avrebbe ucciso un grande drago che infestava le campagne di Gannano e quindi, in onore della Madonna, da lui invocata prima dello scontro, avrebbe costruito la nuova chiesa e il convento di Orsoleo.
Pino Pace
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