MONTE CORNACCHIA (E ALTRO)

MONTE CORNACCHIA (E ALTRO)

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La voglia di cambiare abitudini, luoghi e persone, ci ha fatto partire in avanscoperta rispetto al gruppo, portandoci a Faeto, tappa non prevista nell’itinerario “Appulotrekkista”, ma imperdibile per le qualità superlative del suo…territorio.

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Alle 14:30 siamo entrati nello spaccio di un allevatore e produttore del famoso prosciutto di Faeto; l’approccio è stato un po’ strano, perché l’ambiente echeggiava di ricordi del trentennio, ma il bancone non tradiva le aspettative: gli affettati si mostravano nella loro opulenza.

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E allora, come viaggiatori stanchi e finalmente arrivati, ci siamo inebriati con pane casereccio e prosciutto qualità maiale nero, innaffiando (mbè non esageriamo), accompagnando il tutto con un ottimo Aglianico Beneventano, nel quale la tannicità era stemperata da un leggero frizzante.

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Amici, lettori e simpatizzanti, una tappa a Faeto per fare paragoni tra i diversi produttori, merita di essere inserita nel programma, e poi, c’è sempre l’altro versante del Cornacchia per alleggerire le calorie post prandiali!

Biccari, insieme a Faeto e Roseto Valfortore, si contende il monte Cornacchia.

In quel di Biccari abbiamo raggiunto, a  3 km dal centro, l’area attrezzata dove avremmo trascorso con gli amici in arrivo, una notte favolosa: panchine, tavoli, giochi per i bimbi, tutto nuovissimo ed a nostra disposizione; piccola nota stonata, la mancanza di approvvigionamento idrico ed una illuminazione artificiale, ma come direbbero i cugini d’oltralpe “ça va sans dire”, siamo pur sempre gente tosta!

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La serata è passata in piacevole compagnia con gli amici che nel frattempo erano arrivati, inutile dire intorno ad un tavolo da pranzo, e finalmente è giunto il momento di andare a fare la nanna.

Serata splendida, le stelle brillavano e l’aria era mite come meglio non si poteva pretendere. Massimo e Sabino preparano i loro letti su quattro ruote, noi (gli impavidi?) montiamo la nostra tenda e dopo aver augurato la buona notte andiamo a pregustare il sonno ristoratore!

Io non voglio dire, ma potevate dirlo prima che oltre al fischietto, la torcia frontale, i guanti ecc. nello zaino non devono mancare mai i tappi auricolari!!!

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Maremma ladra! Non era passata mezz’ora che la Dauniaventosa è esplosa nel suo massimo splendore! Chi di voi si ricorda la notte nel Piano del Ratto di una ventina di anni fa, potrà apprezzare che tipo di notte abbiamo passato in tenda. E non è mancata nemmeno “Carolina” che con il suo bravo campanaccio alle 4:00 ha pensato di allietare musicalmente la monotonia ventosa.

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Alle 8:00 tutto era ritornato nella normalità di una bella giornata di fine estate,  i nostri compagni hanno predisposto per la colazione ed insieme abbiamo aspettato gli arrivi del mattino, accogliendo per primo Francesco Netti che come bravo organizzatore è stato puntualissimo! Le ragazze un po’ meno, ma loro sò ragazze e noi ce semo abituati.

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Per monte Cornacchia si parte dal lago Pescara, bacino naturale, e grazie al buon Massimo ci siamo inerpicati per il sentiero più dolce (rispetto a quello “pettoruto” per i più allenati).

E scelta non fu mai più propizia! Abbiamo incontrato Peppino (nome di fantasia!) tartufarodauno con il quale abbiamo scambiato chiacchiere sui tuberi. Colpito ed affascinato dalla beltà delle nostre compagne, Peppino ci ha regalato i tartufi che aveva raccolto, che l’assemblea, all’unanimità, ha deciso di onorare con una cena conviviale riservata ai soli partecipanti all’escursione, e noi per ovvi motivi di privacy ci guarderemo bene da scrivere dove si terrà!

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Peccato che altri escursionisti avessero scelto un mezzo di locomozione diverso dalle gambe…un folto gruppo di motociclisti ha rotto…il silenzio del luogo e la serenità dei viandanti. Ciò non sminuisce la scoperta ed il piacere di un angolo di Puglia diversa, dai forti colori e dal vento costante e siamo disposti anche a perdonare le grandi pale che hanno preso il posto delle querce che incantarono Federico.

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P.S. agli amici che non hanno potuto partecipare: non mancate nel futuro di fare una sosta contemplativa alla cattedrale di Troia dall’architettura straordinaria, ed una volta usciti inebriatevi dello straordinario vino che dalla cittadina prende il nome ed il carattere.

Annalisa e Mimmo

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