23 Mar Una meravigliosa giornata affascinati dall’invisibile……
Domenica mattina 23 marzo 2014 in gran numero siamo accorsi all’ultimo appuntamento della stagione autunno-inverno del gruppo Apulia Trek presso l’ufficio turistico di Mottola (TA) e, dopo l’acquisto dell’esiguo biglietto, ci siamo diretti nelle campagne circostanti la cittadina dove ci attendeva la nostra guida free lance -autorizzata dalla regione Puglia- sig.ra Grottola Maria che ci ha fatto scoprire, o per qualcuno ricordare, con un’appassionata e dettagliata descrizione, l’arcaico incanto delle cosiddette “Grotte di Dio”. Queste chiese rupestri bisogna andarle a cercare, magari nascoste in terreni privati e sembrano quasi abbandonate, mentre senza dubbio potrebbero essere uno dei parchi naturali ed archeologici più importanti della regione. Nel buio della terra i volti dei santi risplendono, quasi ad invocare pietà contro l’insulto degli uomini: molti hanno la testa mozzata, altri gli occhi scavati dal piccone. Vandalismo, incuria, degrado: questa è l’amara sorte di un mondo silenzioso e imponente che mille anni dopo non riesce più a vivere neppure nascondendosi! Purtroppo, per motivi di tempo, abbiamo potuto visitare solo quattro tra le oltre trenta chiese rupestri esistenti nel territorio di Mottola, scegliendo quelle più significative, ma tanto ci è stato bastato per renderci conto di quanta bellezza e ricchezza non solo naturale, ma anche storica ed archeologica punteggi tutto il nostro territorio pugliese, anche se a molti -compresa la sottoscritta- sia quasi del tutto sconosciuta. La prima chiesa visitata è stata quella dedicata a S. Margherita -santa di origine orientale e protettrice delle gestanti- che rappresenta una vera e propria perla nella civiltà rupestre, interamente decorata da affreschi bizantineggianti. S. Margherita è affrescata nel suo splendore sul pilastro che fronteggia l’ingresso e nel ciclo affrescato relativo alla vita della Santa. Nell’abside il Cristo Pantocratore in Déesis, che è poi una costante in tutte le chiese visitate. Tra gli altri santi raffigurati Michele, Giorgio, Lorenzo, Marco, Antonio Abate mi ha particolarmente colpito la rappresentazione del miracolo di S. Nicola, unico esempio di dipinto rupestre in Puglia che illustri il miracolo del santo che offre ad un padre che, a causa della povertà aveva pensato di prostituire le tre figlie, il denaro necessario a costituire la loro dote (per questa ragione poi divenuto il protettore delle donne nubili). Questo miracolo del santo è stato reso celebre addirittura da Dante che ne fa cenno nella Divina Commedia! Altro affresco che mi è entrato nel cuore è la Vergine della Tenerezza, dal volto espressivo e delicato che siede su un trono e tiene il Bambino in braccio, guancia a guancia e Lui stringe il piedino attorno al corpo della madre. Ci siamo poi spostati in macchina alla cripta di S. Angelo, anch’essa adorna di affreschi, ma la cui peculiarietà, unicum nell’Italia meridionale, è il suo sviluppo su due diversi piani ipogei, con l’invaso inferiore avente destinazione funeraria. Sempre in macchina abbiamo raggiunto la località in cui è collocata la chiesa di S. Nicola a Casalrotto di Mottola in cui è presente uno dei cicli di affreschi più interessanti per qualità e stato di conservazione della Puglia. La guida ci ha fatto notare una sua scoperta molto curiosa: in alto sulla parete destra dell’ingresso alla cripta vi è un foro circolare. Ebbene ogni anno alle h.17,00 del 13 marzo la luce che penetra da questa apertura va a colpire esattamente il punto in cui è collocato il cuore di S. Nicola sul palinsesto a lui dedicato. Abili e geniali questi nostri predecessori non c’è che dire; non è che noi uomini del terzo millennio ci stiamo perdendo qualcosa con tutta la nostra tecnologia?!
Abbiamo proseguito nuovamente in macchina, dove nei pressi del macello comunale c’era una piccola insegna che indicava la chiesa di S. Gregorio. Questa chiesa rupestre si presenta seminterrata con un impianto a basilica e l’interno del tempio ha caratteristiche architettoniche ed iconografiche di grande pregio e monumentalità. Erano però ormai le h.14,00 la guida ci doveva lasciare e l’appetito decisamente iniziava a farsi sentire! Ci siamo spostati, quindi, nell’area pic-nic adiacente il villaggio ipogeo di Petruscio, insistente sempre nel territorio di Mottola dove, dopo pranzo, ci veniva offerto un graditissimo caffè da Max e Flo che fuoriusciva profumatissimo e caldo dalla loro caffettiera “proletaria”.
Ma il bello della giornata non finiva qui! Dopo questa meritata sosta siamo scesi come un serpentone colorato tramite una ripida scalinata nella gravina di Petruscio. Queste gole riparate dai venti freddi del nord sono state abitate da un gran numero di uomini fino all’XI-XII secolo. Questa gravina offre una spettacolo stupendo: sembra costruita da grattacieli di grotte a piani comunicanti tra loro. Grazie alla modellabilità della roccia l’acqua piovana -risorsa preziosa ed indispensabile nella Murgia sitibonda- veniva incanalata in innumerevoli pozzi e cisterne con una sofisticata ed efficiente rete di canaletti tracciati lungo il pendio roccioso. Molte le grotte, sicuramente oltre un centinaio, tutte scavate nella friabile roccia dei due spalti della gravina che sono servite da abitazioni di animali e pastori, ripostigli, luoghi dove esercitare professioni e mestieri necessari alla comunità e anche luoghi di culto, di cui uno abbiamo pure avuto la fortuna di visitare. In questo “alveare di operosità” la vita sociale era visibilmente ben organizzata! Nelle pareti scoscese del villaggio sono ancora visibili e percorribili una serie di spettacolari scalinate scavate nella roccia che fungevano da accessi e da sentieri. E qualcuno suggeriva che ancor più spettacolare doveva essere quando a questo a villaggio, abbarbicate sulla roccia, c’erano le infrastrutture in legno: palizzate, staccionate, scale, tettoie e ho immaginato il gran brulicare di gente presente in questi luoghi vista la lunghezza della gravina e l’elevato numero di grotte che sbucano tra la vegetazione mediterranea. Per secoli coloro che hanno abitato questa terra hanno venerato questi luoghi e hanno chiesto ospitalità e protezione nel suo grembo, oggi ispira al visitatore un profondo senso di armonia e meditazione.
Mara Maggi
Di seguito quanto ha scritto Maria circa le foto inviate da Mimmo.
Sent from Libero Mobile
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Il 31/03/2014, info@masseriacassiere.it ha scritto:
Ciao Mimmo!
Ora so come si chiama il fotografo almeno! :-)____________________________
Ciao Maria,
Affermativo sono proprio io.
Ti ringrazio per quanto asserito dimensionato alla tua prezziosa e rara professionalita’.
A presto.
Mimmo
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Sent from Libero MobileIl 31/03/2014, info@masseriacassiere.it ha scritto:
Carissimo,
non ricordo più il tuo nome, perdonami, ma sei quel ragazzo simpatico che aveva sul giubbotto l’immagine della Disney, giusto? Il calzolaio di Bari?
IO ti ho ringraziato in automatico e di cuore, ma senza aver visto le
foto, bellissime, che ho subito apprezzato tantissimo!!!
Davvero 1000 grazie, non ci sono fotografi così bravi in giro e, in tanti anni di lavoro e di foto-ricordo, queste sono le più “mitiche”!!!
Ti auguro cose bellissime per la tua vita, mi hai fatto un
regalissimooo!!!
Un salutone!!!
Maria
restacarlo2
Pubblicato alle 09:56h, 01 AprileBellissimo, immaginando come doveva svolgersi la vita in quei tempi, le ultime tre fotografie mi fanno venire la pelle d’oca.