La “X Giornata Pugliese dell’Escursionismo”

La “X Giornata Pugliese dell’Escursionismo”

Foto Otranto (1) (Copia)Quando Massimo mi ha affidato il compito di scrivere un commento sulle giornate del 10 e 11 Maggio, ho accettato con entusiasmo non solo perché domenica 11 ricorreva la “X Giornata Pugliese dell’Escursionismo”, ma anche perché si è svolta nei pressi di Otranto, paese delle mie origini paterne a cui sono molto legata e dove ritorno sempre volentieri!IMG_5016

E’ impossibile riassumere in poche righe la storia di questa antica città, la piu orientale d’Italia (Punta Palascia o Capo d’Otranto, è il punto più ad Oriente d’Italia, inoltre, secondo le convenzioni nautiche, questo luogo è il punto di separazione tra il Mare Adriatico ed il Mar Ionio). Dapprima centro messapico e romano, poi bizantino e più tardi aragonese, si sviluppa attorno all’imponente castello e alla cattedrale normanna, ha dato il suo nome al Canale d’Otranto, che separa l’Italia dall’Albania, e alla Terra d’Otranto, antica circoscrizione del Regno di Napoli. Foto Otranto (4) (Copia)

Il raduno, organizzato dal signor Corrado Palumbo dell’associazione “Club Amici del trekking” di Bari ed ideatore della “Giornata Pugliese dell’Escursionismo” è cominciato sabato 10 maggio, presso l’Azienda Agrituristica “La Fattoria” in Otranto, dove, dopo la registrazione dei partecipanti, intorno alle ore 11.00, in circa 80, accolti da una giornata soleggiata e rinfrescata da un leggero maestrale, è partita quella che si è rivelata una bellissima escursione nei dintorni di Otranto.Foto Otranto (35) (Copia)

“Escursione alla valle dell’Idro” di Km 14, seguendo il percorso dell’Idro, fiume che avviluppandosi intorno al paese ha avuto un ruolo decisivo sulle sorti della storica cittadina (da cui ne deriva il nome) in quanto portatore di benessere perché rendeva particolarmente fertile la valle in cui scorreva, ma anche responsabile della famigerata malaria di cui soffriva la gente del luogo.Foto Otranto (9) (Copia)

L’ambiente naturale che circonda il fiume, si presenta ricco di colture: ulivi, alberi da frutto, ortaggi e ogni tipo di verdure e di una vegetazione rigogliosa cosparsa di lauro, mirto, timo, di cui abbiamo potuto anche percepirne i profumi .Foto Otranto (17)

Ci hanno guidato nell’escursione il signor Riccardo Rella, dell’associazione “Speleo Trekking Salento” di Lecce, pioniere del trekking pugliese e la signora Rita De Matteis che ha illustrato la parte storica delle tappe.Foto Otranto (21)

Dopo aver superato il letto del fiume, la prima sosta è stata la “Grotta di Sant’Angelo”, così chiamata per via dell’immagine presente nel vestibolo rettangolare dell’antro che vede ritratto l’Arcangelo Michele, luogo di culto di antichi monaci alle pendici di Monte Sant’Angelo dove sorgono numerose testimonianze della civiltà rupestre; ci siamo diretti  successivamente alle colombaie “Piccioniere”, purtroppo parzialmente crollate, particolari buchi scavati nella roccia, per consentire la nidificazione dei colombi, la cui la carne era considerata pregiata, pertanto importante fonte di guadagno per gli antichi abitanti della zona.Foto Otranto (3) (Copia)

Proseguendo il percorso, sempre seguendo il canale dell’Idro verso il centro urbano, in una zona panoramica, da cui si può ammirare l’orizzonte del mare e il paese (posizione strategica da dove gli antichi abitanti scrutavano probabilmente, senza essere visti, l’arrivo delle navi degli invasori in tempo per poter dare l’allarme) sorge un’antica parete su cui è ancora possibile riconoscere dei graffiti (purtoppo rovinati dal corso del tempo) che raffigurano antiche navi e velieri.Foto Otranto (2) (Copia)

Raggiunta la foce del fiume, proprio nel centro del paese, nei pressi della villa comunale dove abbiamo potuto sostare per la pausa pranzo, confortati dagli alberi e dalle panchine, oppure sulla vicina spiaggia a godere del calore del sole e la brezza marina; abbiamo approfittato per ammirare i colori del mare, particolarmente intensi quando soffia il vento di Maestrale e, quindi ripreso il cammino attraverso il centro storico del paese, dove tutto rievoca antiche gesta.Foto Otranto (7) (Copia)

Attraversata la “Porta di Terra”, un arco di accesso nelle mura di cinta alla stretta piazza d’armi dominata dall’imponente “Porta Alfonsina”, torre  all’interno della quale è possibile scorgere i binari verticali lungo i quali veniva calata la saracinesca che sbarrava l’ingresso alla città, mentre dall’alto, attraverso delle bocche aperte nella muratura, venivano scagliati proiettili, massi e pece bollente contro gli assalitori.Foto Otranto (8) (Copia)

Percorrendo alcuni vicoli abbiamo raggiunto la piazza in cui si erge la Cattedrale la cui caratteristica principale è il preziosissimo pavimento a mosaico che rappresenta “l’Albero della vita”, oltre a conservare una parte dei resti dei “Martiri di Otranto”, qui abbiamo incontrato una coppia di sposi e posato allegramente in una loro foto ricordo prima di raggiungere il castello, dove la Signora Rita ha illustrato alcuni dettagli storici.Foto Otranto (5) (Copia)

Ripreso il cammino, attraversando un’antica chiesa da cui per una scalinata abbiamo raggiunto il porto, si è proseguito verso la “Torre del Serpe” (simbolo della città raffigurata con una serpe che la avvolge, che rappresenta il fiume Idro) percorrendo un suggestivo sentiero sulla scogliera, da dove potevamo ammirare i colori del mare mosso e all’orizzonte intravedere i monti dell’Albania.Foto Otranto (6) (Copia)

Dopo una sosta all’antica torre di avvistamento, il cui nome è legato ad una leggenda che racconta di un serpente che ogni notte saliva dalla scogliera per bere l’olio che teneva accesa la lanterna del faro e che una notte esaurito l’olio il faro si era spento provocando il naufragio della nave pirata, ci siamo fermati nei pressi dei ruderi di un’antica masseria dove, suggestionati dallo splendido panorama, il signor Lorenzo Martina ha recitato una sua poesia molto bella nella quale descrive decantando la splendida natura salentina. Foto Otranto (24)

Tappa successiva del percorso il “Colle della Minerva”, scena del martirio degli ottocento martiri, supersiti all’assalto dei turchi e decapitati perché non vollero rinnegare la religione cristiana, da qui ripreso il cammino abbiamo ritrovato e costeggiato un canale dell’Idro fino all’ultima sosta, alla Tenuta Torre Pinta.Foto Otranto (10) (Copia)

Ubicata in una zona ricca di cavità naturali e la cui caratteristica principale è una particolare torre (trasformata in colombaia) che sorge su una struttura ipogea (sotterranea) di forma circolare scavata nella roccia di cui la torre è il prolungamento verso l’alto. La camera ipogea sotto la torre è raggiungibile attraversando una galleria (dromos) che è alla base della collinetta su cui sorge la torre. All’ interno sembra si sprigioni energia benefica (si presume fosse utilizzata dagli antichi come posto in cui attendere il trapasso nell’aldilà), abbiamo potuto visitare la grotta, nelle cui pareti sono scavate innumerevoli nicchie delle quali ancora non si è risaliti alla funzione.Foto Otranto (26)

Alle 18,00 circa, rientrati, abbastanza esausti, al campo base ci siamo incontrati con gli altri escursionisti per prendere parte alla serata che prevedeva dopo la sostanziosa cena, a cui abbiamo partecipato numerosi, musica dal vivo e balli. Foto Otranto (27)

Domenica 11 alle ore 9.30 in circa 170, in una giornata soleggiata e ventilata dallo Scirocco ci siamo radunati presso il resort “Mulino a vento” in Uggiano la Chiesa, per partecipare all’escursione alla “Valle dei cervi” di circa 12 Km, guidata sempre dal signor Riccardo Rella e dalla signora Rita De Matteis.Foto Otranto (11) (Copia)

La “Valle dei cervi” è il territorio nei pressi di Porto Badisco nel quale è stata scoperta una grotta naturale costiera, appunto “La grotta dei Cervi”, non accessibile al pubblico. Si suddivide in tre ampi corridoi percorsi da pittogrammi, in guano di pipistrello e ocra rossa, raffiguranti forme geometriche, umane e animali, che risalgono all’epoca neolitica, tra il 4.000 ed il 3.000 a.C..Le figure rappresentano cacciatori, animali (cani, cavalli, cervi), oggetti, simboli magici, geometrie astratte e molte scene di caccia ai cervi (da cui il nome della grotta).Foto Otranto (12)

La prima differenza sostanziale dall’escursione del giorno precedente è stata il territorio, principalmente costituito dalla macchia mediterranea, ricco di fiori spontanei e roccioso, abbiamo attaversato campi incolti coloratissimi e a volte con l’erba altissima di cui ricordo perticolarmente, il cardo selvatico, perchè molto pungente!Foto Otranto (14) (Copia)

Dopo una parte di percorso tra le coltivazioni della zona, abbiamo raggiunto una zona rocciosa, costituita da un altopiano ricoperto da macchia mediterranea da cui in alcuni punti si godeva di una vista meravigliosa sul mare, intrapresa una ripida discesa siamo arrivati alla “grotta degli Amanti”, costituita da due ambienti comunicanti per mezzo di uno stretto cunicolo, dove si narra fossero rinchiusi i due amanti, e il cunicolo che unisce le due cavità sarebbe stato scavato, secondo la tradizione popolare, dalle loro ininterrotte e disperate lacrimeFoto Otranto (15) (Copia)

Dalla grotta si scorge tutta la valle dei Cervi e Porto Badisco verso cui abbiamo ripreso il cammino attraversando campi di grano. A Porto Badisco ci si è fermati per la meritata e desiderata pausa pranzo,(dove alcuni hanno approfittato per prendere il sole e addirittura “bagnarsi!”), e prima di riprendere il cammino, per la foto panoramica di gruppo e per riascoltare, a grande richiesta, la poesia del signor Lorenzo Martina, per tutti quelli che non avevano potuto partecipare all’escursione del sabato.Foto Otranto (18)

Costeggiando un litorale roccioso bellissimo quanto impraticabile, e dall’altro lato incantevoli campi tappezzati da margherite selvatiche ora bianche ora gialle, il serpentone umano si è diretto verso la torre costiera di “Sant’Emiliano”, posizionata a 50 metri sul livello del mare, sul punto più alto del litorale, per raggiungerla abbiamo dovuto affrontare un tratto molto ripido ma siamo stati ripagati da una vista mozzafiato, oltre al mare si poteva ammirare uno scorcio della costa da Porto Badisco verso sud.Foto Otranto (30)

Dopo le inevitabili foto ricordo e la sosta per riprendere fiato è ripresa la marcia per raggiungere i resti di un’antica masseria, purtroppo diroccata, scenario anche di un film del regista Ferzan OzpeteK “Mine Vaganti” (2000), dove la signora Rita ha potuto descrivere alcune particolarità della struttura e dell’organizzazione della vita rurale antica. Foto Otranto (32)

Da qui abbiamo ripreso il percorso per affrontare gli ultimi 3 km circa, raggiungendo la base alle ore 16.30 circa, dove ci siamo salutati dandoci appuntamento per la prossima escursione, accalorati, sfiniti ma estremamente soddisfatti e orgogliosi di aver potuto essere tra i protagonisti della “X Giornata Pugliese dell’Escursionismo”.Foto Otranto (33) (Copia)

Mariantonietta Merico

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4 Commenti
  • Anonimo
    Pubblicato alle 16:22h, 15 Maggio Rispondi

    Complimenti alla famiglia Mellone per essere entrata con entusiasmo e partecipazione nel vivo dell’associazione!!!
    Belle le foto che colgono la natura nei momenti più intimi e affascinanti!!
    Floranna

  • Anonimo
    Pubblicato alle 17:29h, 15 Maggio Rispondi

    Brava Mariantonietta! Hai delle proprietà nascoste di scrittrice e di illustratrice delle bellezze della natura e della storia. Sai suscitare entusiasmo ed interesse al lettore. COMPLIMENTI!
    Arrivederci alla prossima escursione.
    Nicola

  • Anonimo
    Pubblicato alle 20:20h, 15 Maggio Rispondi

    Complimenti per il bellissimo articolo! Cinzia

  • tilde
    Pubblicato alle 21:05h, 17 Maggio Rispondi

    Brava Mariantonietta,hai saputo raccontare con dovizia di particolari la bellezza e la storia del posto,dandomi l’idea precisa della bella giornata che mi sono persa!!!

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