10 Giu IL TETTO DEL SUD ITALIA: DOLCEDORME
L’escursione di questa settimana ci ha condotti nel Parco Nazionale del Pollino, il parco naturale più esteso d’Italia. Partiti il sabato pomeriggio con una cassetta di ciliegie a bordo, siamo giunti a Mezzana Torre, frazione di San Severino Lucano, dove ci attendeva una bell’aria fresca e pura ed una piacevole cena da Luciano. L’indomani mattina, dopo aver riempito bottiglie e borracce alla fontana, siamo partiti alla volta di Colle dell’Impiso, dove è cominciata la nostra escursione. Ci aspettava una lunga camminata per raggiungere la cima di Serra Dolcedorme, la vetta più alta del massiccio del Pollino: 2267 m slm.
L’aria, dapprima fresca, via via si riscalda, senza mai diventare afosa. La parte iniziale del percorso si snoda attraverso una foresta di faggi nel pieno del rigoglio primaverile, e ci porta fino ai Piani Alti di Vacquarro, dove già intravediamo, maestoso, il monte Pollino. L’erba è costellata di piccoli ranuncoli gialli e violette viola e bianche; qua e là piccole orchidee spontanee. Dopo aver attraversato un torrentello, riprendiamo il percorso nel bosco e facciamo una sosta in corrispondenza di tre faggi dai tronchi intrecciati: punto di riferimento per gli escursionisti. Seguendo un breve ed erto sentiero, infatti, si giunge ad una fonte di acqua fredda e pura, dove riempiamo le nostre bottiglie.
Ancora un lungo tratto nel bosco, quindi sbuchiamo in un verde anfiteatro naturale ampio e luminoso. Sono i Piani del Pollino, formati dal Piano di Toscano, il Piano del Pollino e la Piana del Pollino. Questa vasta distesa di erba verde e tanti piccoli fiori primaverili, è circondata dalle cinque vette principali del massiccio: Serra del Prete, Monte Pollino, Serra Dolcedorme, Serra delle Ciavole, Serra di Crispo. In questi pianori pascolano indisturbate mandrie di mucche e cavalli dal manto fulvo con diversi giovani puledri.
Dopo esserci inebriati di un’atmosfera rilassante che ci rappacifica con il mondo, riprendiamo la salita verso il Passo delle Ciavole, mentre compaiono i pini loricati, veri patriarchi di queste montagne, che disegnano sculture naturali quando, ormai secchi, mostrano le loro forme artistiche delineate dalla corteccia biancastra. Ancora in salita, con un po’ di fatica, tra lingue di ghiaccio di tarda primavera. Ma lo sforzo della scalata viene continuamente ripagato dagli scorci mozzafiato che ci fermiamo spesso ad osservare sotto di noi.
Finalmente raggiungiamo la vetta! Tutti i partecipanti ce l’hanno fatta. Ci meritiamo una lunga sosta in cima al Dolcedorme prima di avviarci verso il ritorno, scendendo lungo il Colle del Malevento. La strada è ancora lunga, ed il percorso al contrario ci regala visioni incantevoli di paesaggi illuminati adesso dalla luce radente del pomeriggio.
Eccoci arrivati al punto di partenza. Stanchi, ma soddisfatti e colmi di serenità che il contatto con la natura è capace di donarci. Alle auto si ripresentano necessità primordiali, ed allora tutti a dare fondo alle ultime scorte di cibo, condiviso tra i partecipanti con spirito di gruppo e partecipazione. In fondo, abbiamo percorso 16 chilometri, con un dislivello totale di 913 metri!
Gabriella Sonnante
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